Il caso di Charles Dexter Ward fu scritto nel 1927 e pubblicato nel 1941 successivamente alla morte di Howard Phillips Lovecraft, poiché sembra che il solitario di Providence non andasse molto fiero di questa sua opera.
A distanza di anni, Il caso di Charles Dexter Ward è riconosciuto dalla critica come uno dei romanzi più belli di Lovecraft e al tempo stesso uno dei libri dell’orrore più apprezzati dal pubblico, come confermano le continue ristampe e riedizioni.
In questa storia, gli elementi del terrore e del mistero sono condotti ai limiti estremi dell’immaginazione dove l’autore riesce ad avvicinare totalmente il lettore all’universo da lui creato, un mondo nel quale, dallo spazio profondo, a causa di arcani e proibiti riti di negromanzia vengono richiamati abomini dalle sembianze mostruose.
Il libro ruota attorno alle vicende del giovane Charles Dexter Ward e del suo antenato Joseph Curwen: il primo un giovane e solitario studente impazzito improvvisamente, il secondo uno stregone negromante nato nel 1662 e presumibilmente morto nel 1771 nel suo nascondiglio dove un gruppo di cittadini di Providence, che avevano scoperto le atrocità da lui commesse, lo assassinarono.
La pazzia di Charles si fa risalire al giorno in cui, mediante la consultazione degli archivi cittadini, il giovane scopre la sua diretta discendenza, da parte materna, con Joseph Curwen: da qui iniziano i viaggi di Charles intorno al mondo negli stessi luoghi visitati dal negromante, per meglio conoscere la vita del suo antenato.
Al rientro dal suo viaggio, egli risulta essere cambiato nel carattere: rimane sempre chiuso in casa e i contatti con i familiari e con i conoscenti sono ridotti al minimo, infatti i rapporti sono per lo più tenuti da un terzo personaggio, il dottor Allen, un individuo misterioso e repellente che segue il ragazzo ovunque egli vada. Charles vive nel suo laboratorio, gelosamente chiuso, da cui si sentono risa diaboliche, litanie sconosciute, odori mefitici e voci d’oltretomba.
Un amico di famiglia, il dottor Willett, indagando sulla salute del suo paziente, riuscirà a capire i particolari più sinistri di tutta la vicenda, scoprendo che i disagi del paziente affondano le loro radici negli spazi cosmici abitati da mostruose entità.
Tra queste entità, una in particolare riveste un ruolo fondamentale all’interno del romanzo che stiamo analizzando, Yog-Sothoth o “l’Uno in Tutto e il Tutto in Uno”, il quale può essere considerato uno degli dèi più importanti del panthèon lovecraftiano ed abita insieme ad altre entità aliene in un universo nel quale per l’umanità non c’è posto né speranza. L’universo di Lovecraft si base infatti sull’idea di un Male trascendente emanato da creature sovrannaturali pronte ad attirare e corrompere gli uomini che non potranno sfuggire ad esse.
I personaggi principali della vicenda sono Charles Dexter Ward, Joseph Curwen e il dottor Marinus Bicknell Willett.
Charles Dexter Ward simboleggia la vittima innocente che viene violata dal Male, ma che allo stesso tempo sceglie volontariamente la strada che lo conduce verso la perdizione: infatti, se egli non avesse indagato sulle vicende del suo malefico antenato, le orribili conseguenze derivate si sarebbero potute evitate.
Il secondo personaggio, Joseph Curwen è l’antagonista del romanzo e rappresenta l’emissario del Male: antenato deceduto di Ward, egli era un commerciante di schiavi e stregone molto potente; nato il 18 febbraio 1662 in quello che ora è Danvers (Massachusetts) a sette miglia da Salem. Dovette scappare a causa dei processi alle streghe di Salem nel 1692 rifugiandosi a Providence: egli è un nemico perfetto per quanto riguarda l’immaginario americano il quale tende ad identificare come minacce i soggetti esterni.
Curwen nella sua esistenza aveva perfezionato un metodo per ridurre gli effetti dell'invecchiamento ad un grado strabiliante; inoltre ha avuto la capacità di resuscitare i morti e conversare con i loro cadaveri o con i loro "sali essenziali" (derivati dalle ceneri del cadavere). Curwen e i suoi affiliati utilizzano tale abilità per ottenere l'intelligenza privilegiata di uomini saggi da tempo defunti.
A tal fine i suoi agenti perlustrano i cimiteri e le tombe di tutto il mondo per trovare i cadaveri di persone illustri che vengono poi portati di nascosto a Providence, dove Curwen compie i suoi esperimenti. Joseph Curwen sembra sia morto nel 1771 nel corso di un'incursione nella sua abitazione da parte di un gruppo di cittadini stanchi dei suoi crimini.
È in grado di evocare entità come Yog-Sothoth per assisterlo nella sua magia. Lo scopo ultimo delle attività di Curwen e dei suoi alleati non è completamente specificato ed è lasciato alla libera interpretazione del lettore.
Prima della sua prima morte, Curwen trova un modo per creare un incantesimo che trascenda il tempo e ispiri un discendente a interessarsi a lui e al suo lavoro in modo che possa riportarlo in vita se mai dovesse essere ucciso. Quando viene in seguito resuscitato da Ward negli anni venti del Novecento, inizialmente si traveste da "dottor Allen" con una barba finta e degli occhiali per evitare che si potesse associare la somiglianza con Ward. Egli entra immediatamente in contatto con i suoi vecchi alleati, che sono riusciti a sopravvivere grazie alle loro pratiche occulte e sono rimasti attivi per tutto il tempo, e continuando le sue vecchie trame. Curwen uccide Ward quando quest’ultimo inizia a dubitare di quello che stanno facendo e ne assume l’identità agevolato dalla loro somiglianza fisica.
Non teme di compiere degli omicidi o usare la tortura e ricattare le sue vittime per raggiungere i suoi scopi; infatti tende ad uccidere un vasto numero di schiavi utilizzandoli come cavie per i suoi esperimenti. Per salvaguardare la sua immagine pubblica ed evitare spostamenti forzati, riesce a simulare un certo grado di spirito civico e atteggiamenti di correttezza e di decenza, sia nei confronti dei suoi concittadini che nei confronti della moglie e strategicamente decide di volere un erede.
La sua morte definitiva avviene per mano del dottor Willett.
Il dottor Willett è il solo che riesce a risolvere l’intricato mistero che si cela dietro gli inquietanti eventi del romanzo e riuscirà a sconfiggere il malvagio ritorcendogli contro la sua stessa magia. Rappresenta l’equipe specializzata che salva il mondo dalla catastrofe ed è l’eroe minimo scelto per riportare l’equilibrio. Può essere ricollegato inoltre ai “professori di Harvard” per quanto riguarda la contrapposizione buoni/cattivi elaborata da Cotton Mather.
La Providence che ci viene rappresentata nel romanzo è il luogo nel quale avvengono gli scontri principali tra il Bene e il Male ed è modellata da Lovecraft come un vero e proprio villaggio infestato sull’archetipo di Salem: la città infatti è sana, prima dell’arrivo di Joseph Curwen nel 1692, e sarà proprio il malvagio stregone a portare il Male all’interno della città; occorrerà quindi cacciare il Male per ricostruire l’ordine e saranno i cittadini stessi a farsene carico.
Charles Dexter Ward compie molti viaggi all’estero alla ricerca del sapere del suo antenato Curwen, preferendo Praga e la Transilvania come mete di viaggio di cui siamo venuti a conoscenza solo mediante lettere e appunti di viaggio.
I tre personaggi principali dell’opera possono essere ricondotti alle seguenti figure simboliche:
Charles Dexter Ward: è l’innocente che viene corrotto dal Male e che sceglie, inconsciamente, la strada che conduce ad esso;
Joseph Curwen: è l’emissario del Male; un Male che viene dall’esterno per contaminare un luogo inviolato;
il dottor Willett: è l’eroe minimo derivante dalla tradizione biblica, più precisamente dall’Antico Testamento; è colui che va ad incrociarsi con la mitologia del giusto, ed è solamente grazie a lui, se le entità malefiche evocate da Curwen che da sempre minacciano l’intera umanità, non riescono a distruggere il mondo.
Nel romanzo, ma in generale nelle varie opere di Lovecraft, il protagonista non ha il controllo delle sue azioni ed è impossibilitato nel cambiare il proprio destino. Ward potrebbe sottrarsi al pericolo, ma ciò è reso impossibile da qualche forza esterna intenzionata ad influenzare, tramite potenti esseri malevoli ed indifferenti, l’umanità. L’inevitabilità del destino determinato dalla sua stirpe, non garantiscono al giovane alcuna salvezza.
Secondo Lovecraft, i discendenti di una determinata stirpe, non possono sottrarsi ai crimini commessi dai loro antenati, specialmente nel caso in cui tali crimini siano atroci. I discendenti possono essere molto lontani sia nello spazio che nel tempo e addirittura nella colpa, ma le conseguenze li colpiranno sempre.
L’opera è influenzata sia dalla cultura puritana sia dalla cultura della frontiera: il puritanesimo, in particolare, è quello tipico del New England nel quale viveva lo scrittore.
Il New England è il luogo nel quale si stabilirono i puritani inglesi in fuga dalle persecuzioni religiose.
Nell’immaginario puritano, il Bene e il Male sono distinti; il Male deve essere inoltre allontanato e poi distrutto. Nell’America puritana, chi viene attratto dal Male diventa Male, mentre chi invece sceglie volontariamente il Male vuol dire che ha agito all’interno di un progetto che lo ha predestinato a farlo.
Nel romanzo infatti, come detto in precedenza, vi è l’incantesimo di Curwen che è in grado di ispirare un discendente ad interessarsi a lui e al suo lavoro in modo da riportarlo in vita se mai dovesse essere ucciso.
Nella cultura della frontiera, invece, Male e Bene sono esclusivamente frutto della coscienza dell’individuo: ciò significa che chi vuole procurare conflitto, lo fa volontariamente. Il Male, quindi, non è una necessità prodotta da uno specifico contesto, ma è una scelta soggettiva compiuta da un individuo che avrebbe potuto comportarsi diversamente; infatti, Charles Dexter Ward si addentra di sua spontanea volontà nelle pratiche occulte ereditate dal suo malvagio antenato.
I dannati da Dio sono i cosiddetti “orfani della frontiera” ed il loro destino è quello di essere delle mosche intrappolate all’interno di una bottiglia, le quali sbattono continuamente contro il vetro e non possono fermarsi. Vengono in questo modo messe in evidenza le sindromi più tipiche della cultura americana: l’isteria, l’oscillazione infinita e la psicopatia, le quali derivano esclusivamente dalla fine della frontiera.
In America, la fine della frontiera coincide con un periodo di fortissima conflittualità sociale ed è per questo che si tenta di risolvere la situazione nell’unico modo possibile: produrre altro spazio; una cultura nata dalla frontiera sa mediare il conflitto solamente attraverso lo spazio e quindi se esso finisce, non potrà che implodere.
Joseph Curwen vive in un modo tipicamente puritano, mentre Charles Dexter Ward vive in un mondo permeato dalla cultura della frontiera:
Curwen, viene immediatamente individuato dai cittadini della Providence del Settecento come il Male, in quanto soggetto esterno alla cittadina, in quanto avente comportamenti bizzarri e perché commette vari crimini spaventosi; il Male in questo modo si manifesta, attacca, e può essere distinto dal Bene;
Charles compie invece un atto di libera adesione al lato oscuro e in questo caso non si può estirpare il Male senza rischiare di distruggere anche il Bene.
Lovecraft aspira alla creazione di nuove frontiere non fisiche, ma della mente anche se la scoperta dell’ignoto e la rivelazione dell’indicibile portano in un modo o nell’altro alla follia.
Uno dei temi principali è quello della conoscenza proibita forse come conseguenza del disprezzo di Ward nei confronti del mondo che lo circonda, costringendolo a cercare dentro di sé conoscenza e ispirazione. La ricerca di questa conoscenza proibita però, sebbene eroica, si rivela disperata poiché quando giunge la conoscenza, la sanita mentale del protagonista finisce per essere minata per poi condurlo ad un triste destino.
Scrive infatti Sergio Altieri, nel suo saggio su Lovecraft dal titolo Un genio per l’abisso:
"Certe porte non dovrebbero essere neppure avvicinate e a nessun costo aperte, pena la follia o la morte."
Il concetto di “destino manifesto” nasce proprio quando il puritanesimo incontra la frontiera e come diceva Lovecraft, questo destino investe tutti: l’intera nazione, tutto il popolo americano diventa predestinato.
Nel libro inoltre, Lovecraft guarda molto negativamente alla tecnologia, alla scienza e al modernismo, ritenendo che tali componenti siano di scarso aiuto nella guerra infinita contro l’abisso; lo scienziato, in questo caso Ward, è sconfitto in partenza nel suo sforzo non necessariamente convinto di spiegare l’inspiegabile.
Il protagonista Charles Dexter Ward e l’eroe della vicenda, ovvero il dottor Willett, sono, come la maggior parte dei protagonisti delle opere di Lovecraft, di istruzione elevata. Questo perché, grazie all’influenza di autori come Oswald Spengler e Friedrich Nietzsche, il solitario di Providence affronta l’idea della civiltà che combatte contro elementi primitivi e selvatici. Questa lotta si manifesta a livello individuale: Ward viene infatti progressivamente corrotto dal Male, mentre Willett riesce a non esserne attratto diventando il classico antieroe lovecraftiano spettatore di vicende terrificanti il cui esito è impossibilitato a modificare.
La soluzione al conflitto è quindi solamente quella di sopprimere l’avversario in modo da sconfiggere il Male e riportare l’ordine.
Per approfondire:
Il caso di Charles Dexter Ward (1941) di Howard Phillips Lovecraft
Spazi (S)confinati. Puritanesimo e frontiera nell'immaginario americano (2015) di Fabio Tarzia e Emiliano Ilardi
Lovecraft, fabbro di sogni e di visioni (2013) di Gianni Pilo
Un genio per l'abisso (2017) di Sergio Altieri
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