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Immagine del redattoreGiovanni Centola

Hanns Hörbiger: la teoria del ghiaccio cosmico


Il protagonista della nostra storia si chiamava Hanns Hörbiger, un ingegnere nato a Vienna che lavorò alla realizzazione della metropolitana di Budapest.

Una sera del 1894, il nostro Hanns, che sotto molti aspetti forse non ci stava tanto con la testa, ebbe un’idea mentre guardava il cielo con il suo telescopio: si fermò ad osservare la luminosità della Luna e realizzò che solo il ghiaccio poteva permettere alla luce solare di splendere in quel modo; iniziò a pensare che se tutta luna Luna era fatta di ghiaccio allora anche tutti i pianeti e tutte le stelle dovevano essere fatti di ghiaccio e così tutte le galassie.

Che cosa avesse bevuto quella sera non ci interessa saperlo, sta di fatto che questa teoria non aveva (e non ha) alcuna base né il nostro Hanns si degnò di compiere degli studi approfonditi per dimostrare che fosse vera.

Iniziò però a chiedersi come potesse essere nato un universo fatto di ghiaccio e si diede la seguente spiegazione: secondo lui, all’inizio dei tempi, esisteva una stella gigantesca che si muoveva nello spazio, finché un altro ammasso di stelle morte gli si scontrò contro dissolvendola e spargendone i frammenti per l’universo; tutte le galassie, le stelle e i pianeti, non sarebbero quindi che pezzi di ghiaccio sparsi.


In seguito sviluppò ancor di più questa teoria unendo scienza, religione e miti antichi, trovando risposte che potrete decidere voi se considerare assurde o interessanti.

Seconda tali speculazioni, il pianeta Terra era stato creato in origine circondato da otto satelliti, dei quali l’ultimo rimasto è l’attuale Luna. Gli altri satelliti scomparsi si abbatterono sul pianeta in varie ere geologiche creando le condizioni per il cambiamento di era mediante estinzioni di massa di esseri viventi animali e vegetali e tramite tremendi cataclismi che arrivarono a diminuire la forza di gravità del pianeta.



L’attenuazione della gravità durante questi terribili cambianti di era avrebbe portato alla nascita di giganti alti anche quaranta metri di cui la mitologia mondiale è ricca, come ad esempio i Titani, i Ciclopi, Golia e via discorrendo.


L’ultimo cataclisma avrebbe inabissato tre continenti nei rispettivi oceani: Atlantide nell’Oceano Atlantico, Lemuria nell’Oceano Indiano e Mu nell’Oceano Pacifico, mentre l’ultima Luna, una volta che si abbatterà sulla Terra, provocherà la distruzione totale del pianeta e la fine della vita.

Gli Iperborei di Thule altro non sarebbero che i discendenti dei cittadini di Atlantide scampati al cataclisma e le uniche porzioni di Atlantide non inghiottite dalle acque sarebbero invece le vette dei monti, oggi conosciute come Canarie, Azzorre, Sant’Elena e un vasto altopiano che comprenderebbe Groenlandia, Islanda e Terranova.


Il mitico Regno di Shambala della tradizione buddista tibetana, giacente sotto le vette del Pamir, sarebbe invece abitato dai cittadini scampati inabissamento di Mu.


Anche la catastrofe di Lemuria lasciò dei superstiti che ripararono in Africa e in India e che sarebbero diventati i mitici costruttori delle Piramidi d’Egitto.


La teoria del ghiaccio cosmico diede origine, a partire dal 1913, ad un vero e proprio culto pseudoscientifico e in seguito venne promossa dal regime nazista (dopo la morte di Hörbiger, precisiamo) che aggiunse ad essa delle implicazioni razziali.

I nazisti, specialmente Himmler che adorava mescolare esoterismo e occulto con la politica del nazismo, consideravano infatti questa teoria come un manifesto del nazionalismo tedesco: secondo l’ideologia nazista, i tedeschi e in generale tutti i popoli del Nord Europa che hanno sempre vissuto in ambienti più freddi e vicini al ghiaccio sono quelli che nel corso dei millenni hanno mantenuto più forte il legame con quel ghiaccio che ha creato l’universo, mentre i popoli del Sud erano inferiori perché se ne erano appunto allontanati.


La teoria del ghiaccio cosmico ad oggi non possiede alcuna base scientifica o geologica, ma fa quasi pensare che Hanns abbia elaborato tutto questo minestrone semplicemente fissando la Luna.

Per approfondire:

Hitler e il nazismo magico (1989) di Giorgio Galli


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